Il diplomatico e filantropo svedese, inviato a Budapest in missione diplomatica, si contraddistinse, negli anni del nazismo, per la consegna a migliaia di ebrei dei certificati con bandiera svedese (i cosiddetti “passaporti Wallenberg”) che consentirono loro di sfuggire alla deportazione nei campi di concentramento. Wallenberg si distinse inoltre per il contributo alla realizzazione di “zone sicure” capaci di ospitare circa 33.000 persone e per il salvataggio di circa 100.000 persone, sventando l’esplosione di due ghetti.
La testa di bronzo di Wallenberg, donata dall’omonima fondazione, sarà poggiata su una pietra grigia a sua volta sorretta da una base in bronzo, entrambi progettati dall’architetto David Perri. La pietra grigia, che inframezza la testa e la base in bronzo della statua, rappresenta la tragedia dell’Olocausto che ha attraversato l’intera vita del diplomatico svedese.
L’opera rientra tra i progetti educativi e di promozione di quei valori che si traducono in solidarietà e coraggio civico e che furono i pilastri etici che animarono le gesta dei salvatori dell'Olocausto.