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I lavori per la messa in sicurezza di via Pistoiese proseguono insieme agli interventi sulla viabilità parallela con opere finalizzate alla ricucitura della rete viaria interna alle Piagge, come richiesto anche da alcuni comitati.
Una volta completati, sarà avviato un monitoraggio di 5-6 mesi per verificare la funzionalità e, se necessario, apportare correttivi che però non potranno snaturare il progetto e che dovranno essere verificati insieme ai progettisti e al Ministero.

L’intervento su via Pistoiese è finalizzato alla messa in sicurezza di una delle strade tristemente in testa alla classifica per numero di incidenti: si tratta di un progetto innovativo realizzato insieme all’Università di Firenze e al Ministero delle Infrastrutture, presentato nell’ambito del ‘Progetto DAVID’ con relativi disegni e rendering nell'anno 2013.

Via Pistoiese è una strada dalla duplice funzione: da un lato è una importante direttrice di ingresso in città, dall’altro è una viabilità tipicamente urbana come testimoniato dai numerosissimi passi carrabili. Di fronte agli oltre 400 incidenti degli ultimi sei anni con oltre 330 feriti, anche gravi, e in alcuni casi mortali, il progetto presente arriva dopo che in passato sono stati realizzati interventi di messa in sicurezza che però non hanno avuto il successo sperato. 

Per quanto riguarda il presunto aumento di numero di veicoli e di inquinamento a causa della nuova configurazione della viabilità, l’assessore Giorgetti nella conferenza stampa del 16 settembre scorso, sottolinea che dai dati della mobilità e dai report della Polizia Municipale emerge come il traffico negli ultimi giorni sia più scorrevole, soprattutto in ingresso città, rispetto a luglio e persino durante il primo giorno dell’anno scolastico non si sono registrati particolari problemi.

La situazione migliorerà ulteriormente dopo l’ottimizzazione dei tempi semaforici, mentre le fermate del trasporto pubblico sono in corso di riorganizzazione. Il prelievo dei cassonetti da parte di Alia verrà effettuato dalle ore 22 alle 6, e la pulizia delle strade dalle ore 5 alle 7 del mattino. A breve saranno emanate le relative ordinanze per questo ultimo servizio.

Infine la questione dei mezzi di soccorso: sono state già effettuate riunioni con il 118 per individuare percorsi alternativi da poter far percorrere ai mezzi in casi di eventuali criticità che statisticamente si possono verificare: a questo proposito, il cordolo può essere scavalcato dai mezzi del vigili del fuoco e i paletti possono essere sfilati in caso di eventi che bloccano la circolazione, altresì sono stati predisposti varchi per permettere il cambio di corsia, come in tutte le situazioni dove esiste una divisione fisica tra le direttrici di marcia.

“L’attenzione su via Pistoiese quindi resta alta e siamo pronti a intervenire per eventuali correttivi che però non snaturino un progetto nato per migliorare la sicurezza di tutti coloro che utilizzano la strada” conclude l’assessore Giorgetti.
 

Via Pistoiese: intervista al progettista Prof. Domenichini

Via Pistoiese, una messa in sicurezza che viene da lontano. Abbiamo chiesto al professor Lorenzo Domenichini, ideatore del progetto, qualche informazione aggiuntiva utile per comprendere meglio la filosofia alla base della progettazione e gli elementi innovativi dell’intervento.
 

  • Professor Domenichini ci può spiegare l’origine di questo progetto?
    Il progetto parte da lontano, quasi dieci anni fa. La molla furono le statistiche degli incidenti. Da tempo via Pistoiese era tra le strade a maggiore incidentalità, ma nel biennio 2009-2010 fu registrata un’impennata del numero dei sinistri: 164 gravi di cui 21 mortali. A questo punto l’Amministrazione decise che era necessario intervenire e inserì la messa in sicurezza di via Pistoiese nel Piano Strategico per la Sicurezza Stradale del Comune di Firenze. L’anno dopo, nel 2011, la strada fu oggetto di un ‘Road Safety Review’ (praticamente un’analisi relativa alla sicurezza) nell’ambito del Progetto David. E i risultati dell’indagine confermarono la necessità di intervenire e quindi si dette il via alla progettazione di un intervento di messa in sicurezza. La progettazione fu sviluppata tra il 2012 e il 2015 (nel 2013 vennero anticipati alcuni interventi grazie ai Mondiali di Ciclismo) e in quegli anni furono effettuati frequenti incontri con i rappresentanti dei quartieri Brozzi e Le Piagge.
  • Quali furono le reazioni dei cittadini consultati?
    Arrivò il sostegno all’iniziativa, pur con indicazioni e raccomandazioni che puntualmente sono state fatte proprie dal progetto. La prima “uscita” pubblica del progetto risale al 2013 quando fu presentato l’elaborato definitivo con anche alcune simulazioni della strada post lavori. Poi con l’avvio dei lavori, a fine 2016, sono iniziate le lamentele di chi, evidentemente, aveva dimenticato i motivi alla base del progetto di messa in sicurezza. Eppure già all’inizio della progettazione fu messo in chiaro che la messa in sicurezza avrebbe implicato alcune modifiche nella viabilità e nelle abitudini degli abitanti della zona. Ma anche che, a fronte di qualche iniziale ripercussione sulla circolazione, a regime si sarebbero registrati i benefici anche a livello di traffico. Quindi si tratta di reazioni comprensibili ma ingiustificate se si tiene ben chiaro l’obiettivo finale: la riduzione degli incidenti e di tutto quello che ne consegue a livello di costi umani e sociali. Non dimentichiamo che la stessa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che “la sicurezza stradale è un diritto ed una responsabilità per tutti”.
  • Quando si parla del progetto di via Pistoiese uno degli aggettivi che viene usato è “innovativo”. Ci può spiegare cosa si intende?
    Per rispondere a questa domanda, mi piace ricordare un episodio che mi fece riflettere. A seguito della conferenza stampa di presentazione del progetto del 2013, il Corriere Fiorentino descrisse il progetto col titolo “Trucchi ottici sulla nuova Pistoiese”. Certamente d’effetto, ma anche adeguato. Il miglioramento della sicurezza passa necessariamente dalle regole e dai controlli, ma molte ricerche hanno messo in evidenzia che i risultati migliori si ottengono se si riesce a “convincere” i guidatori a scegliere “inconsciamente” stili di guida più adatti alla strada che stanno percorrendo.
    Uso esemplificare con i miei allievi questo concetto ponendo loro una domanda: se entrate nel salotto di un amico e lo trovate pulito, ordinato, accogliente non siete portati ad adottare comportamenti che ne rispettano le qualità, rispetto al caso in cui vi capita di entrare in una cantina sporca, scrostata e disordinata? Un pezzo di carta lo riponete nel sacco della raccolta differenziata o lo gettate per terra? Lo stesso accade per le strade. Se l’immagine che se ne riceve guidando è di un ambiente ordinato e curato, ne comprendete implicitamente le regole senza tanta segnaletica. In questo sta l’innovatività del progetto. Perché una compartimentazione degli spazi (il famigerato cordolo)? Perché l’alternanza di tratti a due corsie e di tratti a unica corsia? Perché i paletti gialli in mezzo alla strada? Perché la colorazione (anche se è già sbiadita) dei passaggi pedonali e delle intersezioni rialzate? Percorrendo la strada ora (anche se i lavori in corso non consentono ancora di percepirne ed apprezzarne a pieno le caratteristiche) e ricordando invece come era prima, non traspare questo concetto?
    Altro elemento che rende il progetto innovativo è il concetto “Road diet”. Noi tutti guidatori e utenti della strada siamo soggetti ad una sorta di “bulimia di spazio”: quando siamo alla guida, più abbiamo spazio e meglio è; perché così ci destreggiamo meglio, possiamo superare chi va più lento di noi, riusciamo a by-passare chi si ferma in seconda fila, riusciamo a correre se siamo in ritardo. Tutto ciò, però, può generare situazioni di grande insicurezza. E le statistiche degli incidenti lo dimostrano. È ormai accettato da tutti che gli spazi in carreggiata disponibili ai mezzi a 4 e 2 ruote debbono essere i più piccoli possibili. Canalizzare le traiettorie, ridurre la dispersione dei comportamenti, impedire la sosta selvaggia. In una parola: mettere ordine nel traffico. Imporre una “dieta” ai comportamenti sulla strada.
  • È un progetto che regolarizza la viabilità? In che consiste nel complesso la messa in sicurezza?
    Dal punto di vista dell’ingegneria della sicurezza stradale, l’insieme degli interventi applicati consiste sostanzialmente nel porre ordine nella circolazione, di fatto regolarizzandola. Nel rendere impossibili le svolte a sinistra percorrendo via Pistoiese o immettendosi in essa dagli accessi o strade laterali, che in passato sono state all’origine di gran parte degli incidenti soprattutto a carico dei motorini e dei pedoni. Nel ridurre la velocità dei veicoli nelle ore di morbida e di notte, attraverso l’articolazione dell’organizzazione della carreggiata (due, una, due corsie) o richiamando l’attenzione dei guidatori su elementi prossimi al punto in cui si sta guidando (elementi eye catching quali paletti gialli o la pavimentazione “rossiccia”). Nel rendere più sicuro l’attraversamento dei pedoni, facendo rallentare i veicoli nei pressi degli attraversamenti, inserendo la possibilità di attraversare una corrente di traffico per volta, richiamando l’attenzione dei guidatori in corrispondenza degli attraversamenti, nel realizzare un sistema di illuminazione pubblica differenziato o comunque in grado di evidenziare i contrasti. Nel fluidificare il traffico mediante la sincronizzazione dei cicli semaforici nelle ore di punta.
  • Che cosa dice a chi protesta per il lungo spartitraffico?
    Che è il prezzo da scontare per avere una strada più sicura. Ma che si ridurrà nel tempo, man mano che si sarà meglio compreso cosa occorre fare per tornare a casa.
     
  • Cosa prevede il progetto per il passaggio dei mezzi di soccorso?
    Il problema non interessa tutta la strada, ma solo i tratti in cui nella semicarreggiata è presente una sola corsia. Qui la piattaforma stradale ha una larghezza di 4,50 metri e questo consente il passaggio di un’ambulanza, a bassa velocità, se i veicoli in transito si accostano sul margine della strada. Occorre però assicurare che, almeno in gran parte di questi tratti, non ci siano auto in sosta. Questo consente ai veicoli in corsia di accostarsi anche oltre la banchina, agevolando il passaggio dei mezzi di soccorso.
     
  • Pensa che i contrari di oggi possano cambiare opinione?
    Faccio una premessa. Qualsiasi intervento urbanistico e di modifica di regole di circolazione comporta un sollevamento di scudi da parte di chi non è disposto a modificare i propri comportamenti. L’introduzione delle ztl lo ha dimostrato chiaramente. Grande dissenso all’inizio. Oggi se si pensa di eliminarle, tutti protestano. Perché nel lungo periodo è stato possibile apprezzare i vantaggi che il cambiamento ha prodotto. Nel caso di via Pistoiese, il beneficio atteso è che non si debba più soccorrere tante persone rimaste vittime di incidenti come in passato.
    La mia personale speranza è che la vita intorno a via Pistoiese sia migliore rispetto al passato, un passato che vedeva la strada come una giungla di veicoli da scansare e da cui difendersi. È questo l’obiettivo per cui lavoriamo da dieci anni. Se poi l’esperienza e i monitoraggi evidenzieranno che alcuni aspetti possano essere migliorati, interverremo. Ma la strada, a mio parere, non può essere che quella intrapresa.

Intervista a cura di M. Fontani - Ufficio Stampa Comune di Firenze

Chi è il Prof. Domenichini

Lorenzo Domenichini,
Nato a Roma il 22.12.1949,
Professore ordinario nel settore ICAR/04 "Strade, ferrovie ed aeroporti"nell’Università di Firenze.
Direttore del Master in Sicurezza Stradale organizzato dall’Università di Firenze nel periodo 2000 –2010. Docente del corso di Sicurezza Stradale della Laurea Magistrale in Ingegneria Civile.
Presidente del Comitato Nazionale PIARC ITALIA “Progettazione e gestione di strade più sicure” e rappresentante italiano nell’omologo Comitato Internazionale.
Membro esperto del Consiglio Superiore dei LL. PP.;
Membro esperto della Commissione Permanente Gallerie del Consiglio Superiore dei LL PP;
Membro del Gruppo di Lavoro “Infrastrutture stradali” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, incaricato della redazione delle proposte di normativa in campo stradale.
Iscritto all’Albo degli esperti in sicurezza stradale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Autore di più di 200lavori a stampa pubblicati su riviste ed atti di Congressi Nazionali ed Internazionali.