Oggi è di proprietà della Regione Toscana ed è gestito dall’Orchestra Regionale. Rappresenta da sempre uno dei palcoscenici di punta della nostra città, in grado di proporre i generi più diversi al più alto livello: lirica, musica classica, operette, musical, teatro (memorabili, tra le tante, numerose performance di Carmelo Bene e Paolo Poli), rock star in concerto (tanto per dirne una, il 21 maggio 1997 vi si è esibito un Bruce Springsteen già al culmine del successo).
Insomma, difficile trovare un fiorentino che non abbia mai messo piede al Teatro Verdi. Quella che non molti conoscono è la curiosa storia di questa prestigiosa struttura, senza dire del modo un po’ bizzarro con cui ha acquistato questa destinazione.
Il luogo ha ospitato per secoli il famigerato carcere cittadino delle Stinche (toponimo che ricorre tuttora nella zona a cavallo tra via Verdi, via Ghibellina, via Matteo Palmieri e piazza San Simone), che il Granduca Leopoldo II° decise di trasferire alle Murate per creare condizioni detentive più umane e dignitose. A quel punto si pose il problema di cosa fare di quell’ enorme contenitore nel centro della città dove alcuni imprenditori edili iniziarono a costruire delle residenze civiche. Qui emerge il ruolo decisivo di Girolamo Pagliano, singolare figura di baritono-imprenditore, che si lanciò nel commercio dello ‘Sciroppo Centerbe di lunga vita’. Il successo fu tale da permettere a Pagliano di acquistare l’intero immobile allestendovi il teatro più moderno e innovativo della città, che vide la luce il 10 settembre 1854 con l’opera ‘Viscardello’ di Giuseppe Verdi, destinata a diventare celeberrima nella sua successiva e più evoluta versione come ‘Rigoletto’. E così nacque lo stretto abbinamento tra il teatro e il grande maestro di Busseto, un sodalizio ufficializzato all’inizio del ‘900 quando, alla morte del compositore, venne deciso di attribuire definitivamente alla struttura il suo nome.