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Percorso: Home > Articoli per newsletters > Quartiere 5 > SE CI PASSI FERMATI > DON FACIBENI
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L'Opera, un monumento in bronzo che ricorda un personaggio fondamentale per la storia della parrocchia e di tutto il quartiere, è dello scultore Antonio Berti e della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Rifredi. Don Giulio Facibeni è nominato vicario di S. Stefano in Pane nel 1912 e, senza alcuna esperienza alle spalle, si trova di fronte a una realtà di novemila anime, con una forte componente operaia, per la quale la chiesa non è più un punto di riferimento. In pochi anni fonda associazioni, organizza doposcuola e scuole serali per i lavoratori e i contadini, il nido d’infanzia per i figli dei richiamati, crea aggregazione tra i cittadini della zona. Dal 1916 al 1919 è chiamato al fronte, prima sull’Isonzo e poi sul Grappa, dove riceve la medaglia d’argento. Tornato alla pieve profondamente colpito dall’esperienza come cappellano militare, trova un tessuto sociale ancora più complesso, che ha vissuto la riconversione industriale, l’ingresso in fabbrica delle donne, ma soprattutto l’avvento del fascismo. Episodi di violenza si verificano anche a Rifredi e don Facibeni prende una posizione netta di condanna, per la quale non gli mancarono minacce e ritorsioni. Nel 1923 fonda l’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, un “vero e proprio rifugio per i fanciulli abbandonati: una vera famiglia”, come lui stesso dirà, sotto la quale riunisce tutte le realtà solidali che nel tempo aveva battezzato. All’inaugurazione, il 2 novembre 1924, i bambini ospitati sono 12, a Natale dello stesso anno sono già 18; nel 1929 sono 110 e venti anni dopo arrivano a 1200. L’Opera si espande fino a Calenzano, san Miniato, Montecatini, Fucecchio e Rovezzano e don Facibeni diventa punto di riferimento per i soldati, i ricercati, gli ebrei. Il suo nome è oggi riportato nel libro dei Giusti tra le Nazioni nel Museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Don Giulio Facibeni muore il 2 giugno 1958, lasciando un segno profondo nella comunità rifredina, fiorentina e non solo. Fino al 1980 l’Opera ha formato di 8000 ragazzi e continua nel suo operato, contando oggi 4 case famiglie per minori e diversamente abili, una casa per ragazze madri, una piccola comunità di universitari e due missioni, una in Albania e una in Brasile, fondate dagli eredi spirituali del “povero facchino della Provvidenza Divina”. Delle tante testimonianze su Don Facibeni, citiamo quella di Giorgio La Pira: “Ebbe un amore sconfinato per l’uomo. Fece cose incalcolabili, non solo per il numero rilevante dei ragazzi, ma per la qualità dell’Opera, per il disegno di essa. Noialtri, il signor La Pira e tutti gli altri, siamo tutti quanti figli suoi, alimentati dalla sua carità, dalla sua speranza, dalla sua fede. Apparteniamo a Rifredi. È certo che il cuore di Firenze è a Rifredi”.